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Posidonia, perché è importante per il Mediterraneo

Difesa e tutelata dal mondo scientifico, considerata una “alga fastidiosa” da alcuni turisti, la Posidonia oceanica con l’arrivo dell’estate diventa la protagonista di innumerevoli dibattiti.  L’articolo che state per leggere è stato scritto dalla dott.ssa Valeria Andreotti, biologa marina che ci spiega perché la Posidonia è così importante per la salute del mare.

 

In realtà la Posidonia oceanica, non è un’alga, ma una pianta marina endemica del Mediterraneo, che si è evoluta circa 100 milioni di anni fa. Quando incontra le condizioni ambientali favorevoli, colonizza ampie aree formando distese verdi dette praterie che si estendono fino a 40 metri di profondità in acque limpide. Come le piante terrestri, la Posidonia ha le radici, un fusto rizomatoso e foglie lunghe fino ad un metro ed unite in ciuffi. In autunno avviene la fioritura, e in primavera produce i frutti galleggianti detti volgarmente “olive di mare”. Come molte piante anche la Posidonia in autunno perde le foglie più esterne, che si depositano lungo le coste.

La Posidonia riveste un’enorme importanza ecologica, funge da nursery e da habitat per molte specie animali, libera nell’ambiente fino a 20 litri di ossigeno al giorno per ogni m2 di prateria, consolida il fondale e agisce da barriera che smorza la forza delle correnti e delle onde aiutando a prevenire l’erosione costiera. Inoltre, i fusti modificati (rizomi) nel loro sviluppo in verticale determinano un innalzamento del fondale, dando origine alle cosiddette “matte” delle formazioni a terrazzo, costituite dall’intreccio di rizomi e radici e dal sedimento intrappolato. Questa struttura, ha un ruolo molto importante nella stabilizzazione dei fondali, rallenta inoltre l’idrodinamismo, proteggendo così le coste dall’erosione.  Le praterie di Posidonia sono però delle comunità fragili e molto delicate, e la loro localizzazione in prossimità della costa, le espone ai danni prodotti dall’antropizzazione. Si sta assistendo ad una progressiva regressione delle praterie, e tra le principali cause di degrado vi sono l’inquinamento, la costruzione di opere costiere, la pesca a strascico, gli ancoraggi delle imbarcazioni e la presenza di specie “aliene”.

 

Banquettes di Posidonia, Spiaggia di Maimoi, Cabras

Un ruolo molto importante rivestono anche le foglie di Posidonia che stagionalmente si spiaggiano lungo gli arenili formando accumuli che possono arrivare ad alcuni metri di altezza, le cosiddette “banquette”. Queste strutture, proteggono le coste dall’erosione assorbendo l’energia del moto ondoso. La presenza delle banquette, infatti, determina un avanzamento della linea di riva e dissipano l’energia delle onde, altrimenti scaricata direttamente sulla spiaggia. Le banquettes possono rappresentare però un danno economico, poiché la presenza del fogliame sulla spiaggia scoraggia la presenza di turisti, un problema limitato alle zone di litorale comunemente frequentate durante la stagione estiva. Conseguentemente vi è la richiesta alle amministrazioni locali, da parte degli operatori turistici, di rimuovere la Posidonia spiaggiata per “pulire” le spiagge e renderle più gradevoli. Le banquette sono composte da foglie e sabbia in quantità variabili, con la loro rimozione, si andrebbe a rimuovere quindi della sabbia, incidendo in questo modo sul bilancio sedimentario delle spiagge. Inoltre, si andrebbe a privare la spiaggia della protezione che le banquette compiono contro fenomeno di erosione costiera.

È fondamentale agire sulla percezione negativa della posidonia spiaggiata con opportune azioni di sensibilizzazione. Per porre rimedio ai danni causati da azioni dirette o indirette dell’uomo, e tutelare le praterie ancora intatte, sono condotti vari progetti di ricerca e studi a livello nazionale ed internazionale, con lo scopo di proteggere, e ripristinare le praterie a rischio. Non va dimenticato però, che le prime azioni di conservazione e tutela derivano proprio dai nostri singoli comportamenti.