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Bandiere Blu, qualità, accessibilità e servizi sui litorali in Sardegna

Nel 2021 in 14 spiagge e 10 porti della Sardegna sventolano le Bandiere Blu. Strutture alberghiere, servizi d’utilità pubblica sanitaria, informazioni turistiche, segnaletica aggiornata, educazione ambientale, qualità delle acque, spiagge accessibili anche alle persone portatrici di disabilità: sono alcuni dei 32 criteri che devono soddisfare le località che ogni anno vengono insignite della Bandiera Blu della Fee. 

Il premio è assegnato da una Giuria nazionale di cui fanno parte i ministeri della Transizione ecologica, delle Politiche agricole e del Turismo. 

Quali sono le spiagge premiate nell’isola nel 2021? Quartu Sant’Elena, Bari Sardo, Tortolì, Torre Grande, Badesi, Aglientu, Palau, Castelsardo, La Maddalena, Santa Teresa Gallura, Trinità d’Agultu, Vignola.

Tra i porti turistici, i premi per le scelte di sostenibilità intrapres,  la qualità e la quantità dei servizi erogati nella piena compatibilità ambientale, vanno a Cala Gavetta a La Maddalena, al Porto turistico comunale di Palau, al Porto di Santa Teresa Gallura, alla Marina dell’Orso di Poltu Quatu (Arzachena), al Porto Cervo Marina (Arzachena), alla Marina di Porto Rotondo (Olbia), alla Marina di Portisco (Olbia), al Porto Turistico di Castelsardo, alla Marina di Baunei e Santa Maria Navarrese insieme alla Marina di Capitana a Quartu. 

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Foto Instagram – Spiaggia di Vignola @ zizzone88

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Is Arutas, Maimoni, Mari Ermi, le tre sorelle di quarzo

Lungo la costa occidentale della Sardegna centrale, nel territorio di Cabras, si possono trascorrere giornate in cui i colori prevalenti che vi circonderanno saranno l’azzurro ed il blu del mare, il bianco della sabbia di quarzo e il dorato dei campi che circondano tre spiagge incantate nel Sinis. Mete ideali se si vuol staccare dalla routine fatta di troppa tecnologia, troppa città e se si vuol vivere il mare così come madre natura lo ha creato, in cui gli unici servizi essenziali sono svolti dalla presenza di due chioschi bar per spiaggia. 

Si tratta di mete ambite per i frequentatori della costa oristanese, imperdibili tappe per poter ammirare i chicchi di quarzo, ci si può divertire a guardare da vicino quanti colori si nascondano in mezzo a tutto quel bianco, o per praticare lo snorkeling: potreste trovarvi a tu per tu con pesciolini che saltano fuori da immense praterie di posidonia, qualche razza, polpi, murene. E’ bene ricordare sempre che vi troverete all’interno dell’Area Marina Protetta Sinis Mal di Ventre, gli animali e la natura circostante sono tutelati da rigide regole, non improvvisatevi pescatori dell’ultimo minuto o non pensate di mettere in borsa un po’ di sabbia: soprattutto quest’ultima pratica è vietata e sanzionata.

Cosa distingue Is Arutas da Maimoni e Mari Ermi? Il litorale di Is Arutas è composto da spiagge relativamente ampie, frastagliate da rocce e piccoli promontori di arenaria, ciascuna di queste spiagge può prendere nomi diversi: S’Archeddu e sa canna, Su Crastu Biancu, Su Bardoni, solo per citarne alcune. I litorali di Maimoni e Mari Ermi sono più estesi, la presenza delle rocce è meno presente ma sia le spiagge che i fondali sono simili a quello di Is Arutas. 

A fine giornata il sole si tuffa a picco nel mare, i tramonti nel Sinis sono sempre diversi, e quasi sempre si può ammirare il profilo dell’Isola di Malu Entu (isola del cattivo vento), in italiano erroneamente chiamata “Isola di Mal di Ventre”.

La macchia mediterranea mista alla salsedine regala una piacevole fragranza che mai dimenticherete, nel mese di agosto non sarà difficile ammirare i gigli spuntare dalla sabbia, nascono spontanei e sono protetti. Come non sarà difficile trovare le spiagge ricoperte di posidonia. Non storcete il naso, la posidonia indica l’ottimo stato di salute del mare, il suo spiaggiamento è frequente in seguito alle mareggiate, e abbiamo chiesto ad una biologa marina di spiegarci i motivi per cui la posidonia è fondamentale per la vita del mare, qui l’articolo

I parcheggi nel Sinis sono a pagamento, per raggiungere le spiagge ci sono comode passelle, nel 2020 i litorali furono dotati di sedie job per garantire anche alle persone con disabilità di godere di lunghe giornate al mare con praticità.

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Spiaggia del Lazzaretto

Torre del Lazzaretto, la cala dal fascino seicentesco ad Alghero

Chi attraversa la Sardegna durante le vacanze estive si sarà certamente reso conto che è molto frequente poter sostare in spiagge con radici legate alla storia e alla cultura. Accade questo ad Alghero, quando si nuota nelle acque antistanti la Torre del Lazzaretto. La torre fu fortificata nel 1580 per l’uso di tre cannoniere con l’intento di proteggere la costa dalle incursioni barbaresche, il diametro misura 19 metri e fu realizzata utilizzando la pietra calcarea presente nella zona. 

Nel 1999, la Torre del Lazzaretto fu la grande protagonista dello spot Barilla “Un mare d’amore”. Inoltre, dagli algheresi e dai sassaresi la località viene indicata con il nome di “Cala dell’Olandese”.  Oggi la Torre del Lazzaretto, da cui prende il nome la spiaggia è diventata meta di numerosi turisti. Le due spiagge a ridosso della fortificazione sono piuttosto piccole, circondate dalla macchia mediterranea, ricoperte di sabbia dorata e qualche scoglio. Il fondale è basso e adatto agli amanti dello snorkeling, talvolta basta avere in borsa un paio di occhialini per poter godere delle acque turchesi, della semplice bellezza di questi luoghi e dei suoi abitanti. 

Foto Instagram: @ Pedalando in Sardegna

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San Giovanni di Sinis - stm mimmoandrone

San Giovanni di Sinis, un tuffo tra natura e archeologia

Un forte lembo di terra protegge il versante nord del Golfo di Oristano, è San Giovanni di Sinis, nel comune di Cabras. E’ un luogo in cui le tonalità dell’azzurro del mare si mescolano con il verde della macchia mediterranea e l’oro della sabbia finissima e dei ruderi di arenaria degli antichi edifici della antica città di Tharros che fu un porto sicuro per i commerci nel Mediterraneo.  
San Giovanni di Sinis è soprattutto un gioiello che conserva millenni di storia e archeologia e che custodisce ancora tanti segreti che nessuno ha ancora scoperto.  Il primo incontro che si fa, è con la suggestiva chiesa paleocristiana in arenaria edificata nel VI Secolo.

Dal punto di vista naturale, gli arenili di San Giovanni di Sinis sono tutti diversi tra loro per estensione: alla spiaggia nota come “degli Scalini”, si accede attraverso due percorsi in legno posizionati su una parete di roccia. La spiaggia può essere stretta o più spaziosa, a seconda delle mareggiate e il fondale è caratterizzato dalla presenza delle secche. “Lo Spiaggione”, il nome parla da sé, è una spiaggia molto ampia, spaziosa e qui il distanziamento è garantito. Una lunga passeggiata sulla riva vi porterà ad ammirare la grande Torre dal basso. 

Il promontorio su cui svetta la Torre di San Giovanni, posizionata a 50 metri sopra il livello del mare, fu costruita durante il periodo di dominazione spagnola a cui la Sardegna dovette sottostare tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, in alcuni periodi dell’anno può essere visitabile. Da lassù si gode di un ottimo panorama su tutto il Golfo di Oristano e dall’altro lato si può ammirare l’immensità del Mar di Sardegna, immaginando che a poche centinaia di chilometri si possano incontrare le coste dell’isola spagnola di Maiorca. Sempre dall’alto, è possibile notare l’ampia struttura della città fenicio punica di Tharros, l’area archeologica in cui si può accedere durante tutto l’anno. È qui che troviamo altre spiagge, un istmo separa il mare aperto dal mare più calmo del Golfo. 

La nostra passeggiata lungo la stradina sterrata, accessibile solo ai mezzi autorizzati, può prendere due strade: a destra si procede verso il faro ed un altro immenso promontorio, quello di Capo San Marco; a sinistra si procede passando accanto a poche ville private costruite nella seconda metà del secolo scorso, fino ad arrivare alla piccola spiaggia de “La Caletta”, meta ambita dai marinai oristanesi per trascorrere qualche ora di relax a bordo della propria imbarcazione in un luogo riparato dal vento. Qui, non è difficile incontrare qualche volpe ed altri splendidi abitanti della macchia mediterranea, che, ricordiamolo, non devono essere avvicinati. Tutta l’area di San Giovanni di Sinis ricade all’interno dell’Area Marina Protetta Sinis Mal di Ventre e pertanto, le regole sul rispetto e la tutela dell’ambiente sono molto rigorose. 

Credits foto: IG @mimmoandrone

Portu Su Trigu @_dariuss_

“Su portu de su Trigu”, la spiaggia che fu circondata dall’oro

Il Sud Sardegna è un luogo da scoprire, le sue calette nascoste sembrano essere dei mondi in cui il tempo scorre a rilento.  La spiaggia di Su Portu de su Trigu (il Porto del Grano), prende il nome dall’attività agricola votata alla coltivazione del grano che fioriva nei decenni scorsi nell’entroterra della zona del comune di Sant’Anna Arresi, nel Sulcis.

L’arenile si estende per circa 80 metri di lunghezza, e non sempre si è certi di poter trovare la spiaggia. Avete letto bene: infatti, in seguito al lavoro delle mareggiate, talvolta la spiaggia scompare e restano le rocce di arenaria. Ma quando la sabbia resta depositata in grande quantità, è bianca e fatta di ciottoli di tutti i tipi. Ricordate che la sabbia è protetta, è un bene di tutti che non si può portare a casa. 

Il colore del mare varia dall’azzurro al verde, il fondale è adatto per praticare lo snorkeling perciò non dimenticate le pinne, la maschera o un paio di occhialini. Il fondale è a trarti roccioso ed in alcuni punti può risultare profondo. Le praterie di posidonia sono la casa di tanti animali marini, sentitevi ospiti. Durante una nuotata potrete scorgere l’Isola di Sant’Antioco. 

Nella zona circostante, tra la macchia mediterranea domina una pineta a Pino d’Aleppo in cui si può trovare ristoro dalle giornate più calde. 

Credits foto: IG @_dariuus_